Il Piastrino di Pennabilli

La Romagna in cui si incastra Pennabilli è terra di confine.

Il paese si trova nella vallata del Marecchia il fiume che sfocia nel mare davanti a Rimini, a due passi dal Parco del Sasso Simone e Simoncello e a pochissimi chilometri ci sono le Marche e la Toscana. In questo piccolo paese è nato nel 2007 il ristorante Il Piastrino, – 1 Stella Michelin e Stella Verde – e l’impronta di tutti i territori  intorno è riflessa nella cucina dello chef Riccardo Agostini.

Il pranzo a cui sono stata invitata due settimane fa è stato un vero regalo. Il ristorante si trova all’interno di un vecchio casale ristrutturato con cura nel corso del tempo, aggiungendo un pezzetto alla volta per arrivare al ristorante che è oggi, ancora più caldo e più “casa”.

Due cocktail per iniziare: Alessandro Alpi, sommelier, ci ha preparato Profumi e Aromi, un drink aromatico al sambuco con spumante ancestrale del territorio e un Americano con vermouth e bitter sempre prodotti in Romagna, accompagnati da una serie di amuse bouche gustose, sapide, perfette. Soffice di arachidi, nespole e lievito, Cetriolo arrostito e pistacchio e Waffel di patate con acciughe e caviale. Davvero un divertimento per il palato!

Ristorante Il Piastrino

In sala Claudia Bucci, sommelier e moglie di Riccardo, insieme ad Alessandro sembravano due ballerini. Eleganti, senza mai un tentennamento o un inciampo, si muovevano in armonia nella stanza dando l’idea di essere una coppia super collaudata. Bello ascoltare Alessandro usare toni appassionati nel descrivere i vini e le portate, altrettanto bello confrontarsi con Claudia su alcune scelte fatte dallo chef o sulla storia di questa avventura iniziata 17 anni fa.

Il pranzo è continuato con le entrée: olio delle colline romagnole, pane di grani antichi e ricotta di pecora marchigiana. Si inizia saltellando tra i confini e si continuerà per tutto il pasto. Ho pensato “che bello, mi piace affondare i denti nel territorio!”
Gli ingredienti sono protagonisti di ogni proposta e in alcuni casi sembra proprio che lo chef abbia voluto cucirgli addosso un vestito su misura, come nel caso della lattuga arrosto con caviale e latticello. Un’insalata semplice e l’esubero della lavorazione del burro vengono spinti in avanti dal caviale di lompo e storione. Delizioso.

Altra nota di merito l’utilizzo di frutti dimenticati, sì proprio quelli celebrati nell’orto di Tonino Guerra che si trova a Pennabilli: dalle giuggiole, che accompagnavano i fegatini, alle nespole abbinate alle arachidi, in un richiamo alla storia delle colture antiche che una volta oltre a sfamare ornavano anche i cortili delle case di campagna romagnole.

I miei piatti preferiti? Trota stagionata e porcini e Riso al lievito tostato, midollo e prezzemolo, anche qui sapidità, consistenze e piacere già al primo assaggio.  A seguire una portata succosa e piacevolmente leggera: melanzana maturata, robiola di pecora, miele, erbe e polline.

A questo punto del pranzo il piacere ha preso il sopravvento sul dovere e ho quasi completamente mollato la macchina fotografica lasciandomi guidare verso i dolci. Come predessert è arrivato l’ Intruso, servito in una coppa e poi un dessert ai frutti di bosco, dolce come piace a me che desidero sempre chiudere un pasto con un po’ di zucchero ma che ultimamente risulta difficile soprattutto in ristoranti di livello alto.

Ma la domanda con cui sono entrata al Piastrino e a cui volevo dare una risposta era una sola: il fine dining è morto per davvero o continua a vivere?

La risposta che mi sono data è che vive là dove ci sono creatività e radici e non solo estetica e stupore. Questo momento storico chiede conoscenza – intesa come maestria tecnica e conoscenza del patrimonio enogastronomico – porzioni ragionevoli (la cucina stellata è ormai associata a porzioni minuscole) e cura del prodotto, e qui ci sono. In più questo tipo di ristorazione vuole anche un contesto che sappia viaggiare in parallelo e, santo cielo, il Piastrino e Pennabilli sono davvero una cosa sola. Il Montefeltro è tutto intorno e lo vedi dalle finestre, lo respiri nel parco appena scendi dall’auto, lo ascolti quando ti vengono portate le pietanze e lo assaggi. Questo per me vale il viaggio e la spesa.

Infine una personalissima considerazione.

Sposarsi e lavorare insieme allo stesso progetto è come sposarsi due volte.

Per chi è sposato da una ventina d’anni come me questa frase più che emozionare può spaventare, lo dico sorridendo.
Immaginare di investire il doppio di quello che già si investe in una relazione sembra impossibile. Eppure ci sono coppie che quando hanno scelto di stare insieme hanno anche deciso non solo di progettare una famiglia ma di proiettare i propri desideri e aspettative nella stessa direzione.

Quanta energia devi avere? Quanto devi amare il tuo lavoro per farlo diventare una parte così importante della tua vita? Tantissimo, e qui si sente quando te lo raccontano. È con questo pensiero che mi sono allontanata dal ristorante salutando Claudia e Riccardo che mi hanno invitata a pranzo per farmi conoscere il menu d’autunno.

Il Piastrino

Via Parco Begni, 47864 Pennabilli RN

3 menu degustazione
Paesaggi 10 piatti – 120€
Paesaggi 8 piatti – 95€
Collina 75€

PS: se siete arrivati fino a qui meritate un premio, bravi! Ma lasciatemi ancora sproloquiare perché volevo condividere un ricordo. Del Piastrino avevo già scritto 12 anni fa qui sul blog e rileggermi dopo aver scritto questo pezzo oltre alla tenerezza mi conferma che le cose qui non sono davvero cambiate. Bene.

 

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